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VARCANDO LA SOGLIA ..............

24 giugno 2021


Varcando la soglia per la prima volta... quella prima volta che a distanza di molti anni non cambia mai.


Quando senti il botto del pesante cancello che ti si chiude alle spalle, cominci a realizzare che stai entrando in un luogo particolarmente protetto, un posto che protegge… che protegge chi sta fuori da chi viene condotto lì dentro e che protegge da se stesso, o tenta di farlo, chi viene scortato in quel territorio.


Una breve sosta e poi lo scatto dell’altro cancello che ti si apre di fronte e che ti consente di varcare quell’ingresso e di entrare in quell’universo fatto di padiglioni grigi.


Un mondo dove la libertà si respira attraverso le pesanti sbarre che arredano ogni finestra e dove risuona un perenne tintinnio di pesanti chiavi dorate, che aprono e chiudono porte e cancelli.


Allora ti fermi, respiri profondamente e oltrepassi la soglia, lasciando fuori giudizi e pregiudizi e vai oltre le sbarre dando inizio al viaggio nel pianeta della reclusione forzata.


Quando oltrepassi quella soglia, sai chi sei, o meglio credi di saperlo, ma non sai che tutte le varie forme di umanità che incontrerai, gli sguardi, le storie di sofferenza, di dolore, di devastazione, che ti penetreranno sottopelle fino a raggiungere le tue viscere, cambieranno per sempre la tua esistenza e con grande fatica e umiltà, non potrai che ringraziare Dio per aver messo i tuoi piedi su quella strada.


(Luisa Colombo)


----- il pungolo -----


Il bisogno di realizzarsi mette in moto.

Qualcosa mancava a Luisa in quel suo vivere di allora.

Luisa aveva bisogno di più libertà materiale... sapeva che in carcere avrebbe sofferto di meno per quella mancanza, che sempre più le toglieva il fiato.

Forse l'avrebbe capita.

In carcere, tra i mancanti per eccellenza della libertà, molto poteva accadere.

Significa forse che quel poco che ti manca lo devi cercare in quel luogo, tra quella gente dove manca il tutto? Solo il tempo avrebbe dato la sua risposta...

Luisa intuiva che in quel luogo, principio e fine della privazione della libertà, si sentiva più libera e che avrebbe trovato la risposta che cercava.

In tutto e in tutti, con occhi spalancati, cercava di dare senso alla sua pena, a quella mancanza di libertà del suo corpo confinato, che in quel luogo tra quegli umani, trovava rifugio e ristoro.


(Renato Caporale)



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